Incredibile, ma vero. Nonostante le prolungate crisi, il mercato che cambia, i giovani al palo e un mercato del lavoro in continua trasformazione, c’è ancora chi guarda l’istruzione tecnica con fare snobistico.
Un pregiudizio anti impresa, torna a chiamarlo Davide Galli, presidente di Confartigianato Imprese Varese alle prese con uno dei fenomeni più discussi e drammaticamente paradossali di oggi. Da una parte, i giovani senza impiego. Dall’altra, le imprese che cercano addetti senza riuscire a trovarne.
Perché a mancare, ribadisce Galli, è la materia prima, cioè una platea sufficientemente nutrita di ragazzi adeguatamente formati nei mestieri più dinamici del momento.
Numeri alla mano, il problema è tutt’altro che trascurabile: la quota di imprese che non riesce a reperire le figure professionali di cui ha bisogno è del 39,7%, valore superiore a quello del gennaio 2020. Più nello specifico, mancano soprattutto specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche. Ma anche operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici, tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione, tecnici della sanità, dei servizi sociali e dell’istruzione, conduttori di mezzi di trasporto, operatori della cura estetica, farmacisti, biologi. E poi cuochi, camerieri, nonché operai nelle attività metalmeccaniche.
Avevo già affermato - aggiunge Galli - che in provincia di Varese servono nuovi ITS, gli istituti tecnici speciali, concepiti proprio per formare una generazione professionale pronta per essere inserita in un tessuto economico che i dati mostrano più che promettente, visto il 7,7% alla voce export.
Certo, precisa, lo scenario internazionale, la guerra, le incertezze sulle materie prime e i costi dell’energia rendono difficile prevedere contraccolpi e ricadute, ma prima di guardare al di fuori dovremmo concentrarci sui nostri cortocircuiti, prima di tutto culturali.
Con un appello, che il presidente rivolge ai colleghi imprenditori: “Investite sul contesto lavorativo delle vostre aziende, così che, agli occhi dei giovani, non si riducano a mere fonti di reddito, ma si elevino ad attrattivi luoghi di condivisione, serenità e benessere”.