Una doccia gelata, che ha reso ancor più insostenibile una situazione già di per sé al limite.
Per parrucchieri ed estetisti l'intervento televisivo di ieri sera del premier Giuseppe Conte, che ha rinviato al 1 Giugno la riapertura del settore, è sembrato il proverbiale colpo di grazia.
49 mila le imprese italiane tra acconciatori e saloni estetici, diverse centinaia nella sola provincia di Varese. Ed è proprio da qui che Confartigianato innesca la reazione, che si concretizza in una proposta articolata riassumibile in un'unica frase: "Fidatevi di noi, lasciateci riaprire".
Sul piano di sicurezza, l'associazione è chiara: "Non saranno certo i nostri professionisti a mettere a repentaglio la sicurezza dei clienti. Al contrario, in queste settimane, sappiamo di diversi addetti ai lavori che, in maniera del tutto improvvisata, si recano nelle case private per provvedere a tagli, tinte o veri e propri trattamenti. Ed è proprio in quest'ultimo caso che, ad andarci di mezzo, rischia di essere la salute".
Molti negozi e saloni, spiegano da Viale Milano, hanno provveduto a investire in dispositivi di sicurezza e barriere protettive, rendendo i propri locali a "prova di virus". Da qui, il pacchetto di proposte per accelerare la riapertura. Se ne contano diverse, a cominciare dai criteri organizzativi: pochi clienti alla volta, zero assembramenti, ingresso solo su appuntamento, delimitazione degli spazi, rispetto delle distanze, posizionamento di disinfettanti per le mani, utilizzo di guanti e mascherine e, nel caso dei centri estetici, di soprascarpe e camici monouso, nonché accurata detersione dei lettini.
In ballo, chiosano gli Artigiani, "c'è la sopravvivenza di molte attività e di migliaia di posti di lavoro".