Varese: ASST-CGIL, il braccio di ferro sale in ambulanza

FP CGIL contro la gestione trasporti di ASST Sette Laghi: “Carenti e appaltati”. Ma l’azienda contrattacca

La parola chiave è esternalizzazione.
In che misura fa comodo e quando è giusto che preoccupi? Il tema sta tutto lì e si concentra su Varese dopo aver già toccato tante altre piazze della Sanità nostrana, che fatica a quadrare i conti, fronteggiare la richiesta, tappare le falle di un personale cronicamente risicato.
Ed ecco che il più recente round tra sindacati e ASST Sette Laghi finisce per ruotare intorno a quel concetto e alle relative dinamiche in termini di trasporto.
Con la Funzione Pubblica CGIL che denuncia la carenza di ambulanze, la continua ridefinizione delle procedure d’appalto, il servizio sempre meno adeguato alla richiesta e il conseguente disagio degli utenti, compresi i più piccoli, visto che nella nota sindacale si cita la difficoltà nel gestire il trasporto neonatale dell’Ospedale Del Ponte.
Dal canto suo, ASST conferma l’indisponibilità di autisti interni e la mancanza di soggetti esterni interessati al trasporto neonatale, ma riafferma la validità di una scelta – quella, appunto, della esternalizzazione - che una volta affidata a operatori specializzati e ben organizzati consentono di limitare le criticità e liberare risorse da investire in ciò che rappresenta la priorità di ASST: ovvero, l’assistenza sanitaria.
Insomma, a differenza di quel che raccontavamo poche settimane fa – sul fronte dei turni, dei riposi e degli schemi organizzativi – quel che riportiamo oggi non sembra un confronto tra posizioni o tra interessi, bensì tra visioni: l’una che ritiene preferibili le strategie aziendali che rimangono all’interno del perimetro aziendale.
L’altra che, viceversa, valuta merito e costi del servizio indipendentemente da chi lo fornisce. Ai cittadini l’ardua sentenza.

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