Si fa festa, ma non sono più i tempi d'oro. Da qualche anni, infatti, il concerto di Natale della città di Busto Arsizio si è ridimensionato in termini di budget. Come è stato chiaro anche nel 2019. Niente più nomi di richiamo come Angelo Branduardi, Antonella Ruggiero o Uto Ughi, ma comunque musica di qualità con l'orchestra e il coro sinfonico Amadeus. Niente più maxischermi con riprese in diretta trasmesse anche nel vicino Santuario di Santa Maria, perché la basilica di San Giovanni non bastava a contenere tutti, ma semplici immagini proiettate davanti all'altare. Niente più ricchi rinfreschi all'uscita dalla chiesa, ma in ogni caso una fetta di panettone e un tè per scaldare gli spettatori.
Del resto, nel suo augurio natalizio, il sindaco Emanuele Antonelli ha auspicato una città dove tutti si sentano sempre più responsabili per il bene comune, tramite l'educazione al rispetto delle regole, ma anche impegnandosi per essere meno litigiosi. Un riferimento alla gioia di vivere assieme risuonato pure nelle parole del prevosto, monsignor Severino Pagani.
Così, come ogni Natale, Busto Arsizio ha riscoperto la sua dimensione di comunità, che - non ci stancheremo mai di ripeterlo - rappresenta il valore aggiunto di una città in cui si è in molti, ma non si è ancora tra sconosciuti. Tanto che, anno dopo anno, ci si ritrova sempre e comunque a scambiarsi gli auguri in musica, rendendo ogni volta l'evento grande, anche in tempi in cui non ci si può più permettere un grande evento.