Malgrado gli annunci, la partita del telelavoro per i frontalieri tarda a chiudersi.
Sullo sfondo, gli accordi amichevoli tra Italia e Svizzera, utili a rinnovare il lavoro in remoto (fino al 40% dell'orario) di chi opera oltreconfine: una pratica avviata in epoca covid ma non ancora consolidata.
In assenza di un'intesa, a rimetterci, sarebbero lavoratori e Comuni di frontiera, perché il sistema dei ristorni tiene conto, ancora oggi, della presenza fisica del lavoratore in azienda.
Da qui la lettera che Massimo Mastromarino, presidente dei sindaci di frontiera, ha scritto a Governo e ministro dell'Economia (il varesino Giorgetti) affinché concludano al più presto una nuova intesa con la Confederazione Elvetica.