Busto: In biblioteca di sera, patto di cogestione siglato

Busto: biblioteca, siglato patto di cogestione con gli studenti universitari. Maffioli, “Primo caso in Italia”

“E’ accaduta un'altra cosa bellissima, a cui abbiamo lavorato quasi 2 anni, nell'ambito del progetto "BiblioChangers", con il quale abbiamo vinto un importante Bando ministeriale: abbiamo sottoscritto il "Patto di cogestione dell'Area storica" della Biblioteca Comunale di Busto Arsizio "G. B. Roggia" “: a esprimersi così via social è l’assessore alla Cultura di Busto Arsizio, Manuela Maffioli, che prosegue: “Lo abbiamo sottoscritto con 60 studenti universitari (tutti identificati), che - dalla fine della prossima settimana - potranno accedere in autonomia ad alcuni spazi della biblioteca, la sera fino alle 23.30, la domenica e i festivi: 365 giorni l'anno. Abbiamo fissato delle regole che dovranno rispettare e far rispettare. L'ingresso sarà possibile attraverso un lettore di impronte digitali, grazie alla sostituzione delle porte e la realizzazione di un impianto ad hoc, a cui abbiamo provveduto nelle ultime settimane. La permanenza sarà in sicurezza, attraverso un impianto di videosorveglianza interna. La chiusura, alle 23.30, sarà a cura di una agenzia di vigilanza”. Ma come funzionerà questa novità’. “Durante il "loro" tempo in Biblioteca, i ragazzi potranno, oltre che studiare e leggere, organizzare cineforum, incontri, dibattiti, conferenze, realizzare podcast, video... Potranno anche bere e mangiare, ma dovranno poi pulire tutto e smaltire correttamente i rifiuti”, incalza Maffioli, mostrando le foto della pizzata inaugurale, commendando: “Guardarli stasera - attenti, sorridenti, motivati, emozionati, propositivi, educati - mi ha davvero restituito tutto il senso di un impegno sempre più convinto. È il primo caso, di cui noi si abbia notizia, di uno spazio pubblico strutturato, una Biblioteca per di più, dato in gestione ai ragazzi. Mi rende estremamente orgogliosa e grata a tutto lo straordinario personale di BIBA, per come ha reso possibile tutto questo”. Di qui, la conclusione: “Non mi stupisce però che avvenga in uno spazio culturale: perché - come recita il nome del progetto - la cultura promuove il cambiamento. Delle menti innanzitutto. E rende possibile le (belle) rivoluzioni. Non mi stupisce nemmeno che accada a Busto, perché la nostra città sa come fare le rivoluzioni. Grazie ai ragazzi. Perché hanno accettato il Patto. Lo hanno, anzi, in qualche modo presupposto. Perché hanno accettato di essere protagonisti di un "cambiamento". Innanzitutto nelle relazioni, mettendo in campo un nuovo modo di fare, di essere Comunità. Ma anche nell'interazione con gli spazi. Con i luoghi. In una comune riscrittura della loro narrazione. In una sempre più consapevole "poetica degli spazi", quali che siano. Non riesco a dire altrimenti quanto sono fiera stasera. Piena. Fiduciosa. Non sono bellissimi?”

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