Arriva con un’ora di ritardo Giuseppe Conte, rallentato prima da un incidente in autostrada e poi, una volta approdato ai Giardini Estensi, dalla folla plaudente di fans a caccia di selfie.
Qualche curioso, nessun contestatore e numerosi elettori dei Cinque Stelle, ansiosi di vedere da vicino l’ex premier, nonché neo leader di un Movimento che, dall’avvento dell’Avvocato del Popolo, sembra destinato a cambiare pelle.
Lo dimostra la furiosa cacciata del candidato bustocco Mario Socrate, reo di aver offeso via social Giorgia Meloni. Parole che Conte bolla come inaccettabili, nonché riflessi di un grillismo da “Vaffa” che il nuovo corso intende sostituire a suon di stile e bon ton.
Guardando a Varese, Conte sostiene con determinazione l’uscente Galimberti e il suo PD, col quale il Movimento ha stretto un patto d’acciaio e che secondo l’ex premier ha le carte in regola per gestire al meglio le risorse del PNRR (circa 250 milioni di euro). Ci interessa il bene dell’impresa, dichiara convintamente, pur difendendo a spada tratta quel Reddito di Cittadinanza che, a gran parte degli imprenditori, non piace affatto.