Riflette sulla guerra e sulle radici culturali europee, sulle affinità tra governo ungherese e italiano e su una campagna mainstream che tende a demonizzare Paesi come l’Ungheria, oscurandone il ruolo giocato in termini di accoglienza e autentica integrazione.
Mihaly Rosonczy-Kovacs, in patria, è politologo e studioso di rapporti internazionali, e la sua visita a Varese, ospite del Circolo Ca’ dur Barlich per l’intervista con Max Ferrari, avviene nel pieno del dibattito comunitario sulla distribuzione dei migranti.
Sul bavero della sua giacca, una spilla che mostra la continuità tra le bandiere ungherese, polacca e italiana.