Varese: Miogni a pezzi, Nordio risponde a Pellicini

Ministro della Giustizia risponde a Pellicini (FdI) sul carcere di Varese: “Più personale e lavori in vista”

Più agenti, più spazi e, appena possibile un’opera di ristrutturazione.
C’è il carcere di Varese al centro del documento firmato da Carlo Nordio, Ministro della Giustizia, il quale risponde punto su punto all’interrogazione del deputato varesino Andrea Pellicini.
Sullo sfondo, le pessime condizioni dei Miogni: edificio vecchio, malconcio, con un muro di cinta pericolante e problemi di quotidiana gravità per il personale e i detenuti.
Ed ecco i paletti piantati da Nordio, fermo restando un “peccato originale”: nel 2001 il carcere fu dichiarato prossimo allo smantellamento, ma la nuova, auspicata struttura non fu mai realizzata. Questo precipitò i Miogni in una sorta di terra di mezzo, che ne pregiudicò le opere di riqualificazione previste altrove.
Detto questo, il Ministro conferma un organico di 59 unità a fronte delle 67 previste: le soluzioni non appaiono imminenti, ma corsi e relative disponibilità potrebbero portare a Varese nuovo personale in tempi ragionevoli.
Più complicata la questione strutturale, sul quale Nordio promette di muoversi su più fronti: da un lato, velocizzando l’acquisizione, dal Comune di Varese, del vicino Comando di Polizia Locale, così che gli uffici del carcere possano trasferirsi in loco liberando spazi nella casa circondariale. Dall’altro, avviando uno studio che valuti se sia più conveniente ristrutturare il muro perimetrale o se sia preferibile demolire l’esistente e ricostruirlo da zero.
Una cosa appare chiara: il carcere di Varese quello è e quello rimane. In peno centro storico, a due passi da una scuola, dalle case e dal cuore della città.

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