Ci sono educatori e forze dell’ordine, assistenti sociali e terzo settore, studiosi e amministratori locali.
Tutti riuniti dal Prefetto di Varese, Salvatore Pasquariello, per avviare un percorso che affronti da diverse angolazioni un vero e proprio allarme: il disagio giovanile.
Che non può ridursi a un titolo da convegno o a uno slogan elettorale, ma deve diventare consapevolezza e reazione: culturale, formativo, sociale.
Perché il problema c’è e fa male: basti guardare alla percentuale di adolescenti che ammettono di fare uso di sostanze o di ubriacarsi volutamente ogni week-end, o il numero di attacchi di panico che avvengono a scuola.
Più in generale, l’orizzonte nebuloso e disseminato di incertezze, che il covid ha esacerbato, ma che evidentemente covava già da prima.