E’ smartworking la nuova parola d’ordine per le imprese che rischiano di rimanere ferme a causa dell’emergenza Coronavirus. Nelle regioni più colpite dal contagio si cerca di limitare al massimo gli spostamenti e, mentre il Decreto Legge del 23 febbraio facilita l’adozione del telelavoro, è già massiccio in moltissime aziende il ricorso al lavoro agile.
«Questi giorni di blocco forzato potrebbero addirittura essere un acceleratore del cambiamento» afferma Alessio Vaccarezza, ceo di Methodos Italia, società di consulenza specializzata proprio nell’accompagnamento delle imprese in questi processi di cambiamento e di evoluzione.
Per attuare forme di lavoro agile in modo efficace, Methodos ha stilato una serie di consigli rivolti sia ai lavoratori, sia ai loro capi.
Per prima cosa, Delega e Fiducia rappresentano i concetti fondamentali per chi riveste un ruolo dirigenziale.
Per i lavoratori, invece, i consigli sono cinque: 1) Stabilire chiaramente gli orari di inizio e di fine del lavoro; 2) Vestirsi come se si andasse in ufficio; 3) Fare delle pause e spostarsi; 4) Organizzare i propri spazi di lavoro; 5) Staccare la spina dalla vita digitale, silenziando o bloccare alcune app.
Infine, è importante favorire il passaggio a chiamate e videoconferenze, capaci di annullare le distanze fisiche e di favorire il confronto.
E proprio in tema di smartworking, CGIL CISL e UIL Lombardia scrivono al presidente Attilio Fontana richiedendo di facilitare questo passaggio e di anticipare i tempi del bando regionale rispetto al due aprile, data precedentemente prevista. Viene inoltre richiesta la tutela dei lavoratori autonomi, ugualmente coinvolti dagli interventi restrittivi delle attività lavorative.