"Il primo diritto dei lavoratori? Tornare a casa vivi"

Sciopero generale di Cgil, Cisl e Uil per puntare il faro dell’attenzione pubblica sulle morti bianche di questi ultimi giorni: tre vite spezzate a stretto giro, a Busto, Tradate e nella bergamasca. tra le richieste, un assessorato ad hoc in ogni Comune e maggiori investimenti su formazione e controlli

"Morire di lavoro non è accettabile, eppure continua a succedere".

Piove a dirotto su Piazzale Libertà, tra Questura e Prefettura, dove già di primo mattino le bandiere colorate dei sindacati contrastano il grigio della giornata con le tinte rosse della CGIL, quelle verdi della CISL e quelle blu della UIL.

Il cielo piange i troppi caduti. Tre nel giro di pochi giorni, due nella sola provincia di Varese (per rivedere i dettagli sulla tragedia di Busto Arsizio clicca qui, per leggere dell'incidente di Tradate, clicca qui).

E questa vera e propria strage i rappresentanti rispondono con 7 richieste di livello nazionale (tra le altre, più formazione, più controlli, più interlocuzioni, più severità nella logica degli appalti) e alcuni paletti ad hoc per il territorio del varesotto. A cominciare dalla regola del "No Safety? Stop work", laddove non c'è sicurezza il lavoratore deve potersi fermare. E poi maggiore "interventismo" delle istituzioni locali, che, ripetono Cgil, CISL e UIL, dovrebbero avere sempre un Assessore alla Sicurezza sul Lavoro.

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