"Quando papà salvò due famiglie ebree"

Marco Ascoli presenta il libro “Il Corpo del Reato”, scritto a 4 mani con Laura Tirelli, edito da Macchione e dedicato a suo padre Renato, che nel 1944 contribuì alla salvezza di alcuni ebrei condannati alla deportazione. Fondamentali la generosità dell’uomo e la solidità relazionale tipica del tessuto varesino, tra imprenditori leali e vicequestori solidali

Si intitola "Il Corpo del Reato" e racconta delle famiglie ebree che, nel 1944, riuscirono a salvarsi dalla deportazione (fuggendo prima in Svizzera e poi in Israele) grazie all'intervento di Renato Ascoli, imprenditore varesino che garantì loro un nascondiglio sicuro e che per questo fu arrestato e rinchiuso ai Miogni.

Riuscì a cavarsela, per una serie di coincidenze, per il cambio di clima che, a sbarco americano avvenuto e a ritirata tedesca avviata, cominciò a caratterizzare i tribunali. E per la solidità delle relazioni varesine, peculiarità di un territorio storicamente innervato da amicizie di lungo corso.

A narrare quel momento è Marco Ascoli, figlio di Renato, noto avvocato, artefice della Fondazione che porta il nome di Giacomo, nonché autore del volume con Laura Tirelli, edito da Pietro Macchione e pubblicato in occasione della Giornata della Memoria.

Matteo Inzaghi lo ha intervistato in un quello che rappresenta il suo "habitat naturale": Piazza Cacciatori delle Alpi.

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