"E' necessario che i valichi minori vengano riaperti, altrimenti le lunghe code viste ieri mattina non rappresenteranno più un'eccezione, ma la regola".
Così scrivono il presidente e la vicepresidente del Consiglio Regionale Lombardo, Alessandro Fermi e Francesca Brianza (nella foto), in una lettera inviata alle autorità svizzere.
Al centro dell'attenzione, la chiusura di frontiere secondarie, provvedimento deciso nei giorni di lockdown e dovuto alla necessità di richiamare un buon numero di agenti doganali all'interno del Canton Ticino per i controlli legati alla quarantena.
Ieri mattina, malgrado la riapertura di numerose attività elvetiche, e il ritorno al lavoro di migliaia di frontalieri, la chiusura non è stata revocata e gran parte del traffico ha finito per congestionare i valichi rimasti accessibili (primo tra tutti, Gaggiolo), provocando code chilometriche, notevoli ritardi e lunghe attese (per rivedere l'articolo di ieri, clicca qui).
Da qui, l'appello dei vertici del Pirellone, che invocano un piano di riapertura a stretto giro. Ribadendo, nell'occasione, una seconda richiesta, formulata il 21 Aprile e relativa all'esigenza di individuare alloggi a prezzi calmierati per parte dei lavoratori italiani, così da limitare gli spostamenti senza "vampirizzare" i frontalieri.