Treni Italia-Svizzera, l'appello dei sindaci

Galimberti, Borradori e Landriscina chiedono alle istituzioni italiani ed elvetiche di non interrompere i collegamenti ferroviari tra i due Stati: “Sarebbe il colpo di grazia all’economia di confine, ai frontalieri e ai Comuni di confine”. Intanto, si lavora a un accordo interministeriale per garantire i convogli ai soli lavoratori

Tre sindaci, un'unica voce: "Non bloccate la circolazione ferroviaria tra l'Italia e la Svizzera".

La firma è dei primi cittadini di Varese, Como e Lugano, che in mattinata hanno condiviso una lunga videochiamata e lanciato un accorato appello alle istituzioni nostrane ed elvetiche affinché non interrompano, a causa del covid, i collegamenti su rotaia tra il nostro territorio e il Canton Ticino.

Davide Galimberti (sindaco della città giardino), Mario Landriscina (sindaco della città lariana) e Marco Borradori (sindaco di Lugano) temono le pesanti ripercussioni del blocco, sul piano economico e viabilistico.

Oltre 5 mila frontalieri, precisano, si muovono ogni giorni sui treni. Impedire quella modalità di spostamento significherebbe riversare sulle aree di confine migliaia di auto private in più, con evidenti ricadute in termini di qualità della mobilità e dell'ambiente.

Nel frattempo, si fa spazio l'iniziativa parlamentare riportata dal senatore PD Alessandro Alfieri, che spiega: "Si sta finalizzando su nostra spinta un decreto interministeriale, condiviso dai ministri della Salute , delle Infrastrutture, e dell'Interno, per garantire che i treni continuino a funzionare regolarmente almeno per i frontalieri e per chi si sposta per lavoro. I controlli di confine saranno presi in carico dalle autorità italiane".

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