Dall’emergenza all’opportunità. Per chi scappa dall’Ucraina e per le imprese che faticano a trovare lavoratori.
Tra i tanti paradossi di questa epoca così difficile, brutale e densa di cambiamenti, eccone una squisitamente economica, costruttiva e professionale, che guarda ai profughi come soluzione alle carenze di servizi e turismo.
E così, Confcommercio chiama intorno a sé tutti gli attori coinvolti dall’emergenza e dell'accoglienza, Prefettura, Questura, Enti Bilaterali, Provincia, Comuni, associazioni, per far sì che dallo status di rifugiato si passi al più presto a quello di lavoratore dipendente.
Partendo da un dato: il deficit di organico del settore, che ha due cause scatenanti: da un lato, conferma il presidente di Federalberghi Frederic Venturi, la pandemia che ha spinto molti addetti a cambiare mestiere. Dall’altro, incalza il numero uno della FIPE Giordano Ferrarese, il reddito di cittadinanza, che convince tanti giovani a restare a casa invece di mettersi in gioco.
Tanti dei posti lasciati vacanti dagli italiani, verranno quindi occupati da ospiti ucraini (dall'inizio del conflitto, nel varesotto, ne sono approdati oltre 5 mila), in molti casi istruiti, qualificati e sufficientemente elastici da affrontare le professioni più diverse.