"Il vaccino anti covid, dosi permettendo, sarà somministrato a tutti coloro che risiedono stabilmente sul territorio".
Così ATS Insubria rassicura coloro che, oggi, si trovano in una sorta di terra di mezzo: fuori dalle liste del Servizio Sanitario Nazionale, ma nella impossibilità di procurarsi il vaccino di tasca propria, vista l'indisponibilità di canali privati di acquisto.
Il riferimento tranquillizza migliaia di persone, soprattutto in provincia di Varese, dove sorgono realtà europee come JRC di Ispra e Scuola Europea di Varese. Il personale impiegato in questi due importanti centri non sono coperti dai servizi della sanità pubblica nostrana, bensì, direttamente, dai fondi della Unione Europea. Queste persone (siano esse in attività, in pensione, o coniugate con attuali o ex dipendenti), pagano di tasca propria le prestazioni di carattere sanitario e vengono poi rimborsati dalla Cassa Malattie dell'UE.
Proprio qui sta il punto: non essendo previsti, al momento, canali privati per l'acquisto dei vaccini anti covid (questo perché la distribuzione delle dosi fa riferimento unicamente alle cabine regie nazionali e regionali), questo esercito di persone rischia di restare tagliata fuori dalla campagna.
Ma Paolo Bulgheroni, direttore dell'unità Igiene e Sanità Pubblica, tranquillizza: "Nessun soggetto sarà tagliato fuori. coloro che risiedono stabilmente sul territorio saranno sicuramente contattati dai loro medici e vaccinati".
Sul fronte della Variante Sudafricana, scoperta e isolata su un soggetto sbarcato a Malpensa con un volo proveniente dal Malawi, attualmente ricoverato all'Ospedale di Varese, ATS ritiene la situazione sotto controllo, ma la guardia resta alta. Così come l'appello a chiunque rientri dall'estero: "Non corrano il rischio di contagiare altri: si facciano avanti spontaneamente per essere monitorati, curati e isolati".