Le preoccupazioni riguardano soprattutto giovani e giovanissimi, che secondo ATS Insubria non si contagiano all'interno delle scuole, bensì all'esterno, come se, fuori da aule, laboratori e cortili, il virus smettesse di essere pericoloso e pervasivo.
I numero dicono che, tra il 19 e il 25 Aprile, i casi positivi tra gli studenti di varesotto e comasco sono stati nell'ordine di qualche decina, ma che le quarantene così provocate sono aumentate a dismisura, specie a Varese (1158 isolamenti forzati tra i ragazzi di secondaria di secondo grado, contro i 341 di Como).
Segnali che, secondo il direttore sanitario Giuseppe Catanoso, devono spingerci a due reazioni: tenere alta la guardia e procedere a passo spedito sul fronte delle vaccinazioni (che in Lombardia hanno superato quota 3 milioni). A proposito, da oggi i fragili tra i 55 e i 59 anni possono prenotare la somministrazione.
Ma quale vaccino? Sul punto Catanoso risponde alle polemiche di chi, a dispetto di annunci e uscite mediatiche, una volta approdato al centro vaccinale si è trovato a prendere (o lasciare) la dose di AstraZeneca. "Le perplessità su AZ riguardano la quantità di dosi fornite, non la loro efficacia. Il pericolo? Infinitesimale e percentualmente trascurabile: se un giorno, d'improvviso, tutti noi assumessimo un qualunque antifiammatorio ci sarebbero ben più caduti rispetto a quelli provocati, forse, da AZ".
Ulteriormente giro di vite nei controlli in imprese ed esercizi pubblici e privati al fine di garantire il rispetto delle regole di sicurezza. Oltre 3.500 le ispezioni eseguite da ATS Insubria nell'arco del 2020, che, dicono dall'Agenzia, "non hanno rilevato particolari criticità".