Busto: La felicità é “ritoccata”, Ananke in cattedra

Giornata di sensibilizzazione sui Disturbi Alimentari promossa dall’associazione all’Istituto Maria Immacolata
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Riceviamo e pubblichiamo

L’Associazione Ananke Family APS in collaborazione con l’Istituto scolastico Maria Immacolata di Busto Arsizio ha organizzato una giornata di sensibilizzazione sul tema
dei Disturbi Alimentari, tipologie di disturbi molto complessi caratterizzati da un
disfunzionale comportamento alimentare, un’eccessiva preoccupazione per il peso
con alterata percezione dell’immagine corporea.
Questo progetto ha lo scopo di far comprendere i disturbi dell’alimentazione con il supporto di professionisti specializzati in disturbi dell’alimentazione, attraverso le parole di chi ha vissuto la malattia sulla propria pelle e dei familiari che li hanno accompagnati nel percorso di guarigione condividendone le paure, l’impotenza e isensi di colpa.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una crescita esponenziale dell’utilizzo dei social network da parte delle nuove generazioni in bilico tra realtà e apparenza, il profilo personale non è altro che un vero e proprio specchio digitale, una vetrina in cui giovani adolescenti si espongono in attesa di ricevere l’approvazione di chi li segue attraverso un like, un commento o una condivisione.
Durante l’adolescenza, l’opinione che gli altri hanno di noi incide fortemente sulla
nostra autostima, influenzando così l’idea che costruiamo di noi stessi e il nostro benessere psicologico negli aspetti della vita più importanti come la scuola.
Le ricerche effettuate sull’uso dei social da parte delle nuove generazioni hanno evidenziato come Instagram possa influenzare significativamente il modo in cui gli adolescenti vedono sé stessi, la percezione che hanno del loro corpo e di come siano più propensi a essere insoddisfatti del loro aspetto.
Dai documenti emerge la correlazione tra il suo l’utilizzo e l’aumento di ansia e
depressione in particolar modo tra le ragazze, a causa del costante confronto sociale incentrato fortemente sul corpo che produce un effetto tossico per la psiche delle giovani donne, aumentando il senso di inadeguatezza, il rischio di disordini alimentari e di sintomatologie depressive.
La felicità “ritoccata” dei social
I giovani che navigano sui social devono confrontarsi tutti i giorni con immagini di volti e corpi perfetti, immagini manipolate che seguono modelli di bellezza irrealistici e irraggiungibili. E se la tendenza è quella di apparire impeccabili, ecco che i social fanno la loro parte mettendo a disposizione i cosiddetti “filtri”: effetti grafici che modificano la fotografia reale “migliorando” l’estetica e modificando persino tratti distintivi del volto che magari non sono abbastanza in linea con gli standard di bellezza ideali.
Gli adolescenti che hanno un profilo social spesso preferiscono la propria identità digitale a quella reale, a tal punto che è stato coniato un nuovo termine: “Dismorfia da Snapchat”, ovvero la tendenza a ricorrere a interventi di chirurgia estetica pur di somigliare all’immagine di sé stessi modificata dai filtri.
La continua ostentazione di bellezza e felicità distoglie dalla realtà e conduce a un’immagine distorta di chi si è davvero. Inoltre, il continuo confronto con questi modelli perfetti innesca atteggiamenti di competizione, diminuendo l’autostima e aumentando la sensazione di vittimismo.
Sentirsi desiderati, cercati e apprezzati dopo aver pubblicato un post, ha una diretta conseguenza sul senso di vuoto e solitudine che si prova quando invece questa conferma non c’è.
Cosa significa, guardare oltre le apparenze?
Significa non fermarsi a ciò che vedono gli occhi ma andare oltre l’esteriorità, uscire
dal proprio ego, dalla proprie credenza, dai propri limiti e comprendere la differenza tra essere e apparire. Dove l’Essere è la caratteristica essenziale di ogni individuo, la sua autenticità, mentre l’Apparire è la superficialità, la formalità vuota, è volere essere a diventare ciò che non si è. D’altronde l’essenziale è invisibile agli occhi come ci insegna il Piccolo principe e la parte migliore di noi spesso non traspare a prima vista. Imparare a osservare le cose e le persone sotto una nuova luce è importante.
È necessario esplorare l’essenza altrui e la nostra, per trovare l’equilibrio perfetto tra
ciò che siamo e quello che mostriamo, tra ciò che proviamo dentro e ciò che
esterniamo.
E’ necessaria una maggiore prevenzione educativa, osservare di più e non sottovalutare segnali che spesso chi soffre di un disturbo dell’alimentazione tende a tacere sui sintomi per mascherare la malattia.
Fare prevenzione significa aumentare la consapevolezza, far conoscere l’esistenza di questi disturbi e identificare i segnali d’allarme, riducendo l’esordio di nuovi casi e l’incidenza del disturbo stesso.