Il gruppo civico OCG torna alla carica sul tema della sanità pubblica a Gallarate: troppi pochi posti letto previsti nel progetto del Grande Ospedale per un’area vasta e strategica come quella di Malpensa. L’obiettivo della nuova mozione appena depositata è rimettere in discussione radicalmente il progetto dell’ospedale unico e rilanciare la sanità pubblica territoriale.
Secondo il capogruppo Massimo Gnocchi, la proposta attuale – che prevede 664 posti letto complessivi tra ordinari e day hospital – è “del tutto inadeguata rispetto ai reali bisogni di un bacino d’utenza che conta quasi 400mila persone, senza contare l’indotto di Malpensa”. Nella mozione di OCG si invita a censurare la proposta numerica contenuta nella relazione di fattibilità e nella delibera 297 dell’ASST Valle Olona.
Il gruppo OCG chiede alla Regione Lombardia e all’ASST una rivisitazione profonda dell’intero piano, che tenga conto non solo delle esigenze cliniche, ma anche del valore storico e strategico dell’ospedale Sant’Antonio Abate, e del forte movimento civico nato in sua difesa.
In particolare, OCG propone di avviare un percorso che eviti l’accorpamento totale e la conseguente riduzione dei servizi, valorizzando invece i due attuali presidi di Gallarate e Busto Arsizio attraverso un processo di specializzazione funzionale, mantenendo però una presenza capillare e diffusa della sanità pubblica sul territorio.
“Con questa mozione OCG desidera concludere un percorso a proposito del progetto dell'ospedale unico, un percorso iniziato ancor prima che entrasse in Consiglio comunale, ormai nove anni fa.”, spiega Gnocchi, promotore della petizione contro la chiusura del Sant’Antonio Abate del 2023 e di un tentativo di referendum per coinvolgere i cittadini.