Varese: ASST, attiva la risposta rapida domiciliare

Attivati in via sperimentale i Team di Risposta Rapida Domiciliare per il potenziamento del territorio

Una sperimentazione di Risposta Rapida Domiciliare per alleggerire il peso degli ospedali, il nuovo passo di ASST Sette Laghi.
Questi Team saranno impiegati principalmente per attivare il progetto 'OBI virtuale', ovvero un percorso di osservazione e prosecuzione delle cure a domicilio di pazienti che sono stati inquadrati in Pronto Soccorso e per i quali, pur non essendo necessario il ricovero, vi è l'indicazione ad un trattamento domiciliare monitorato per un massimo di 5 giorni prima di riaffidare il paziente al suo curante. Nel dettaglio, il progetto si rivolge a pazienti grandi anziani, con particolari esigenze assistenziali e fragilità tali per cui il monitoraggio a domicilio può essere maggiormente indicato, soprattutto per evitare le complicanze secondarie all’ospedalizzazione.

Nel dettaglio, il TRRD prende in carico il paziente su input del Pronto Soccorso entro 24 ore dalla dimissione dal Pronto Soccorso. L’attività di prosecuzione del monitoraggio e cura prevede dei controlli in videochiamata delle condizioni cliniche e, quando indicato, dei controlli clinici in presenza.

Si tratta di un modello di assistenza domiciliare per fornire interventi tempestivi e personalizzati direttamente al domicilio dei pazienti a partire dall'esperienza delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) durante la pandemia.

Grazie ad una massiccia attività di reclutamento condotta in queste settimane da ASST Sette Laghi, che ha portato a raccogliere 13 candidature tra specialisti e specializzandi, alcuni liberi professionisti, altri dipendenti e altri medici delle Cure primarie, si è potuto procedere all'attivazione di squadre mobili, composte da un medico e un infermiere, dotati di strumenti diagnostici quali ecografo portatile, ECG, Point of Care per esami ematici, e farmaci per il primo trattamento.

Il progetto sarà attentamente monitorato, soprattutto per verificare eventuali rientri in Pronto Soccorso e l'impatto sulla riduzione dell'ospedalizzazione e del tasso di complicanze legate appunto al ricovero nei pazienti fragili.

Sempre per potenziare le capacità diagnostiche e quindi di cura del Territorio, l'Azienda sta procedendo a dotare le Case di Comunità già attive con un sistema di POCT, ovvero Point Of Care Testing. Si tratta di un'apparecchiatura, già acquisita e per la quale è in corso l'installazione del relativo server, che consentirà di effettuare alcuni esami ematici particolarmente utili nelle sedi territoriali, ottenendone gli esiti in pochissimo tempo, meno di un minuto, e consentendo in contemporanea di controllare dal Laboratorio analisi ospedaliero lo stato di calibrazione, e quindi l'accuratezza, delle prestazioni. Grazie a questa soluzione, l'esame non comporta il trasferimento del paziente in Ospedale e nemmeno della provetta con il campione ematico, fornendo un primo cruscotto di dati attendibili per il completamento della diagnosi da parte del medico specialista.

"La nostra Azienda è in forte trasformazione, in sintonia con la più ampia evoluzione della sanità - spiega il DG Giuseppe Micale - Queste innovazioni organizzative e tecnologiche non mirano solo a rispondere alle priorità dettate dalla stagione influenzale, ma accompagnano il più generale passaggio da una sanità ospedalocentrica a una che pone il proprio baricentro sulla sinergia tra Ospedale e Territorio, con il Territorio chiamato a giocare un ruolo decisivo prima e dopo l'accesso in Ospedale".

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