Sarà per l’ampiezza degli spazi, o il sole splendente e il cielo terso. Sarà per il calore dell’accoglienza, o per l’energia del simpatico Ares; per la comodità delle sale, per l’abilità con cui Antonio mescola il risotto, o forse per il profumo della pizza.
Fatto sta che, a prima vista, la 4 Exodus di Casale Litta tutto sembra fuorché una comunità protetta, un luogo sociale, di recupero e solidarietà, di lotta al disagio e costruzione di futuro.
Eppure è proprio così, come ci spiega una delle sue responsabili, Giada Marinò: "La nostra gestione è cominciata nel 2018 e ci siamo subito concentrati sui lavori di ristrutturazione. Accogliamo ragazzi con problemi di tossicodipendenza, alcuni con percorsi alternativi alla detenzione. Abbiamo una ventina di posti e lavoriamo ogni giorno su diversi fronti.
Nel 2020, con l'esplosione della pandemia, gli educatori hanno deciso di trasferirsi armi e bagagli qui, per non lasciare sole persone vulnerabili e a caccia di rinascita. Una sfida tosta che, oggi, può dirsi assolutamente vinta.
Sono sbocciate così le attività che, attualmente, fanno da pane quotidiano della comunità: laboratori di falegnameria, riuso e pasticceria, cura delle aree pubbliche in collaborazione con il Comune, la gestione di sgomberi e traslochi, nonché la preparazione di pizze e focacce. Ieri un gioco, oggi un mestiere.
Matteo Inzaghi ha fatto visita alla comunità-cascina e le ha dedicato questo reportage.