Metti i Cuori in Piazza, lasciando che il loro battito faccia traballare i pilastri dell’indifferenza.
Missione compiuta per il grande evento di domenica a Busto Arsizio. Una prima volta, sì, ma di sicuro non l’ultima.
Perché l’energia delle associazioni, riversata negli stand e sotto i gazebo, sui palcoscenici e per le vie del centro, impressa nei loghi e nei vessilli, così come negli occhi di grandi e piccini, volontari e istituzioni, operatori e attivisti, costituisce un patrimonio che non conosce confini e che va alimentato dalla partecipazione comune, dal sostegno, dal contributo che tutti noi, quotidianamente, possiamo fornire.
Non solo facendo, ma anche pensando e agendo in modo diverso, ricavando nelle nostre esistenze uno spazio concepito per l’Altro, concentrandoci sul dare, sull’ascoltare, sul partecipare emotivamente alla difesa di chi ha meno voce, meno forza, meno risorse.
Un plauso all’organizzazione di Luca Torno, infaticabile motore di una macchina che ha trovato nel Comune di Busto un interlocutore sensibile e partecipe e nella cittadinanza una confortante consapevolezza. E cioè che, senza la galassia solidale che ci mette cuore, tempo e generosità, non esisterebbe supporto ad alcuna fragilità.