Una grande giornata per un'ancor più grande storia varesina: quella delle Crocerossine, figure generose e coraggiose, ritratte da migliaia di pagine romanzesche (basti citare Addio alle Armi di Hemingway) e parte integrante di questo territorio, nel quale l’ "Ispettorato del Corpo delle Infermiere Volontarie" (fondato a livello nazionale nel 1908 quale branca esclusivamente femminile della Croce Rossa Italiana) vide la luce nel 1932.
Da allora, gli angeli in uniforme bianca, rossa e blu, si sono distinte per disciplina e dedizione, tenendo fede al motto "Ama, Conforta, Lavora, Salva”, associando il proprio nome a interventi di storica efficacia.
Lo si è ricordato nel convegno, condotto da chi di volontariato si intende eccome, Roberto Bof, e andato in scena in un luogo non casuale: il Palace Grand Hotel di Varese, che tra il 1940 e il 1945, fu riadattato a Ospedale Militare, consegnando alla memoria collettiva lo sforzo incessante delle Crocerossine per salvare la vita di decine e decine di giovani soldati feriti.
Oggi, a Varese, si contano più di 50 Crocerossine, pronte a rispondere presente in caso di necessità.
Lo hanno ricordato, in apertura di convegno, Sorella Monica Malnati, Infermiera Volontaria e dal 24 agosto 2020 Ispettrice delle Crocerossine locali e l'Ispettrice Nazionale Sorella Emilia Bruna Scarcella. In platea, numerose autorità, a cominciare dal Prefetto Salvatore Pasquariello, il presidente del Comitato varesino CRI Angelo Michele Bianchi, la vicesindaca Ivana Perusin, l'onorevole Maria Chiara Gadda, il presidente della Commissione Sanità Emanuele Monti e, in collegamento, il saluto della vicepresidente di Regione Lombardia, Letizia Moratti.