Niente poker nella storia ciclistica di Varese. Almeno per il momento.
La Società Binda, per voce del suo presidente Renzo Oldani, comunica di aver ufficialmente rinunciato al Mondiale 2020, organizzato in extremis dalla Federazione Internazionale, in collaborazione con la compagine nostrana.
Le richieste dell'UCI, secondo la Binda, ma anche secondo il Comune di Varese, appaiono eccessivamente onerose, dal punto di vista economico e da quello infrastrutturale, tenuto conto che, alla competizione, mancano solo 3 settimane.
Nonostante il gioco di squadra tra enti (oltre a società sportiva e Palazzo Estense, appare fondamentale il ruolo della Camera di Commercio, attraverso la sua Sport Commission, senza dimenticare Regione Lombardia e Ministero dello Sport) e malgrado le ottime credenziali che il nostro territorio continua a vantare sul tavolo internazionale, questa volta la corsa iridata non coinvolgerà una piazza che, nel suo passato, conta gli indiscutibili successi dei Mondiali 1951 e 2008, nonché dei Campionati del Mondo Granfondo del 2018.
"Sulla decisione - chiosa la nota congiunta diffusa da Oldani - pesano anche le incertezze legate alla lotta contro il Covid: difficile, per non dire impossibile, garantire massima sicurezza negli spostamenti, nelle riunioni e nelle occasioni di più ampio richiamo".