La puntata 139 di Mondo Galoppo si apre ricordando la recente scomparsa di Franco Agriformi, ex fantino in ostacoli e allenatore in piano, fratello di un grande nome dell’ippica italiana: Bruno Agriformi, vincitore di 1.443 corse, fra cui spiccano il Derby del 1962 con Antelami, per i colori della Dormello Olgiata, e le Oaks del 1969, con Raimonda da Capua per la Razza Spineta.
Un’altra dipartita di attualità è quella di Sopran Londa. La figlia di Danehill e Longobarda, portacolori dell’Azienda Agricola Sant’Uberto e allieva di Luigi Camici, vincitrice del Regina Elena nel 1998, con in sella il diciannovenne Mirco Demuro, alla sua prima affermazione in una corsa di Gruppo, si è spenta all’età di 27 anni, dopo una brillantissima carriera da fattrice: insieme all’immenso Galileo aveva generato Cima de Triomphe, il re del Derby 2008, e quindi aveva dato alla luce altri purosangue di qualità, come Salamanna, che non ha corso ma è stata madre di Sopran Roccia, secondo nel Gran Criterium, Sopran Enery (che ha dato Auyantepui, a segno nelle Oaks 2020) e Sopran Lori (Lo Zoccolo Duro e Loritania).
Sopran Londa è lo spunto per parlare del «modello Sopran» sviluppato da Leonardo Ciampoli, appassionato proprietario e allevatore, ospite di Filippo Brusa, che indica la via per il rilancio dell’allevamento italiano, non lesinando stoccate all’attuale sistema: «Non si può fare un allevamento con gli scarti, non si può fare un allevamento con le brocche, con le cavalle che non vuole nessuno… Occorrono fattrici di qualità per produrre purosangue di qualità. Un tempo, c’era una contribuzione da parte dell’Unire che permetteva ai proprietari e agli allevatori di tenere in Italia le loro cavalle migliori. Ma ora questo non accade e, anzi, tutti i ministri dell’Agricoltura, da cui dipende il nostro settore, ci snobbano. Gli allevatori sono degli eroi per la loro passione smisurata, che non compensa però il risultato. L’Italia, che ha dato così tanto all’ippica in passato, producendo campioni immortali, come Nearco e Ribot, rischia di diventare una sorta di terzo mondo. Gli allevatori sono costretti infatti a non prendere più il meglio ma a vendere per ripianare i conti e a dare agli stalloni, che non interessano all’estero, le cavalle di terza categoria rimaste in Italia. Credo che Sopran Londa sia stata l’unica vincitrice del Regina Elena degli ultimi 25 anni a restare nel nostro Paese come fattrice. L’allevamento deve avere la forza di riprendersi e bisogna far qualcosa per tenere in Italia le vincitrici del Regina Elena, del Lydia Tesio, del Premio Dormello. I premi e le provvidenze devono essere fatte per cavalle che poi correranno in Italia. Non è possibile che l’allevamento italiano muoia. Credetemi, la gioia di vincere una corsa come allevatore è uguale alla gioia di vincerla come proprietario. È la stessa gioia».
Infine, uno sguardo all’attualità e ai purosangue di spicco di Ciampoli, fra cui spicca decisamente Sopran Basilea, la quattro anni allenata da Bruno Grizzetti che l’anno scorso ha dettato legge sui duemila metri, aggiudicandosi con autorevolezza il Premio Verziere – Memorial Aldo Cirla (Gruppo 3) e il Premio Lydia Tesio (Gruppo 2): «Confido – dice il proprietario – che ci dia qualche altra soddisfazione».
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Sopran, un modello di allevamento
Ospite di Filippo Brusa nella puntata 139 di Mondo Galoppo, Leonardo Ciampoli ricorda Sopran Londa, vincitrice del Regina Elena nel 1998, appena scomparsa, a 27 anni, dopo un’ottima carriera da fattrice. È lo spunto per una riflessione su come vengono allevati oggi i cavalli in Italia e su che cosa occorre fare per rilanciare il movimento nazionale
- Pubblicato il
Filippo Brusa
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