Ciccio Baiano da Zemanlandia a Batigol

Nella sesta puntata di Vincere, l’ex attaccante racconta a Filippo Brusa le fasi più esaltanti della sua carriera: dal Foggia di Zeman alla Fiorentina di Batistuta

Filippo Brusa dedica due puntate di Vincere a Francesco “Ciccio” Baiano, uno degli attaccanti di spicco della Serie A negli anni Novanta.
Nella prima trasmissione a lui dedicata, l’ex giocatore, cresciuto nel Napoli di Maradona, parla della sua affermazione con il Foggia di Zdeněk Zeman, squadra con cui ha vinto, nel 1991, il campionato di Serie B, segnando 22 gol e diventando così capocannoniere del torneo, insieme ad Abel Balbo dell’Udinese e a Walter Casagrande dell’Ascoli.
Baiano, miglior marcatore dei pugliesi anche nella stagione successiva, con 16 reti, ricorda la serietà di Zeman e la sua completa dedizione al lavoro: «Dopo 13 ore di pullman per raggiungere Bolzano, sede del nostro ritiro estivo, depositammo i bagagli in albergo ma non potemmo riposare perché il nostro allenatore ci fece fare subito nove chilometri di corsa».
La punta racconta i segreti di «Zemanlandia», termine entrato nel vocabolario italiano per indicare «il sistema di gioco, fantasioso e votato all’attacco, ideato e adottato» da Zeman, proprio a Foggia, dove il tecnico boemo aveva attuato un efficacissimo 4-3-3, presentando, in fase offensiva, il temibile «tridente delle meraviglie» composto, oltre che da Baiano, anche da Giuseppe Signori e da Roberto Rambaudi.
Nell’estate del 1992, Baiano preferì al Milan la Fiorentina, da cui fu acquistato per dieci miliardi di lire, e con cui, nel 1996, vinse Coppa Italia e Supercoppa Italiana: «Scelsi i viola perché sapevo che a Firenze avrei potuto giocare con continuità. Lì conobbi uno dei migliori attaccanti del mondo: Gabriel Batistuta, con cui entrai subito in sintonia, dentro e fuori dal campo».

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