«Buio.
Un pensiero mi attraversa la mente: è successo qualcosa.
Cosa?
Mi sembra di essere nel corpo di un cavallo.
Un animale sul tavolo di una sala operatoria».
Incomincia con queste frasi, drammaticamente spezzate, il libro di Alessandro Carvani Minetti, atleta della nazionale italiana di paraduathlon, che, nel 2003, a 25 anni, ha perso l’uso delle braccia, cadendo dalla moto, in seguito a un incidente.
«È stato lo sport – dice – a salvarmi». Così Alessandro, dopo una interminabile riabilitazione, e trascinato dalla certezza che «il limite è solo una questione di testa», è tornato non solo a correre, a nuotare, a pedalare con la sua bicicletta, ma anche a essere quasi del tutto autonomo. E ora sogna il primo palcoscenico dello sport mondiale, come dice apertamente il titolo del suo intenso libro, edito da Blonk: «Voglio le Olimpiadi. Superman, la bici e il mio non limite».